Le caldaie a condensazione offrono una serie di vantaggi rispetto alle caldaie tradizionali: aumentano l’efficienza energetica fino al 98% (l’apparecchio ha un rendimento costante che evita sprechi), sono meno inquinanti (la tecnologia a condensazione riduce la produzione di sostanze nocive durante il processo di combustione), permettono di risparmiare sul riscaldamento, abbattendo i costi in bolletta (grazie al risparmio energetico), hanno dei costi sostenuti per l’installazione (grazie al bonus caldaia del 50% e del 65%) e sono completamente personalizzabili (l’impianto può essere ingrandito tramite pannelli solari e sistemi di accumulo e regolazione energetica).

Insomma, le caldaie a condensazione sono più efficienti delle caldaie tradizionali, rispettano l’ambiente e permettono di risparmiare soldi. Ma è davvero obbligatorio sostituire la vecchia caldaia con una a condensazione? Nell’articolo faremo un po’ di chiarezza al riguardo, dicendo subito che la risposta è no.

La normativa sulle caldaie a condensazione

Esistono due direttive europee in merito, la direttiva 2009/125/CE (anche detta Ecodesign) e la direttiva 2012/27/UE (per l’efficienza energetica di tutti gli impianti di riscaldamento.

In seguito a queste direttive, a partire dal 26 settembre 2015 in Italia è vietato immettere sul mercato nuove caldaie a camera stagna, ossi quelle tradizionali, ad esclusione di un tipo particolare di caldaia a camera aperta, che potrà ancora venir installato nei casi in cui non fosse possibile sostituire il vecchio impianto con uno a condensazione (la causa è dovuta all’obsolescenza di alcune canne fumarie condominiali, non idonee a supportare i fumi acidi). L’obbligo è naturalmente rivolto ai produttori di caldaie.

L’obiettivo è volto all’utilizzo di energie rinnovabili ed al miglioramento del rendimento energetico de sistemi di riscaldamento domestici, e la legge introduce per le caldaie l’obbligo di etichetta energetica dell’impianto e dei componenti, con le classi che variano dalla migliore A++, fino alla minore G.

È obbligatorio sostituire la caldaia?

Come visto nel paragrafo precedente, non sarà più possibile per i produttori immettere sul mercato caldaie tradizionali, ma non esiste una legge che obblighi le persone a sostituire la vecchia caldaia con una a condensazione.

Inoltre, nel caso in cui si voglia cambiare caldaia, sarà ancora possibile scegliere le tradizionali caldaie a camera stagna fino a che non verranno esaurite le scorte nei magazzini dei rivenditori, oppure quelle a camera aperta in caso di canna fumaria obsoleta.

Il cliente potrà ancora decidere quale modello installare (sarà importante verificare che la data di fabbricazione sia antecedente alla messa in vigore della legge, quindi entro il 26 settembre 2015), anche se le caldaie a condensazione rappresentano la scelta migliore per i motivi osservati all’inizio dell’articolo.

Inoltre le caldaie a condensazione offrono una serie di vantaggi poiché la loro installazione rientra in una serie di incentivi fiscali. 

Le caldaie a condensazione rappresentano una valida alternativa alle caldaie a gas tradizionali, in termini di efficienza, affidabilità e resa finale.

Utilizzare una caldaia a condensazione per alimentare gli impianti di riscaldamento e condizionamento comporta diversi benefici, ed in questo articolo osserveremo sia il funzionamento delle caldaie a condensazione, sia i vantaggi che sono in grado di assicurare rispetto alle caldaie a gas.

Come funziona una caldaia a condensazione

Le caldaie a condensazione scaldano l’acqua grazie alla combustione, come per le caldaie tradizionali.

La grande differenza risiede nella dispersione di calore: le caldaie tradizionali disperdono buona parte dell’energia termica prodotta tramite la combustione dei gas, mentre le caldaie a condensazione utilizzano questa energia termica che altrimenti andrebbe persa nel camino.

 Le caldaie a condensazione evitano la dispersione di calore ed utilizzano anche i gas combusti, i quali vengono poi canalizzati all’interno dello scambiatore primario: i gas vengono raffreddati e trasformati in condensa (per poter cedere calore, il vapore acqueo deve condensare, e ciò avviene a temperature al di sotto dei 56° C).

Recuperando il calore contenuto nei fumi di scarico e del vapore acqueo, la caldaia a condensazione garantirà lo sfruttamento di una fonte energetica supplementare, che verrebbe invece dispersa nell’atmosfera. Il calore, anziché diventare un prodotto di scarto, si trasforma in energia utile.

 Il funzionamento di una caldaia a condensazione può essere schematizzato in quattro fasi:

  •   Preparazione della miscela aria-gas: l’aria e il gas vengono miscelati in modo ottimale per ottenere una combustione efficiente.
  •   Combustione: la miscela aria-gas viene bruciata, producendo calore e fumi.
  •   Condensazione del vapore acqueo: i fumi vengono raffreddati al di sotto dei 56°C, provocando la condensazione del vapore acqueo.
  •   Recupero del calore latente: il calore latente di condensazione del vapore acqueo viene utilizzato per riscaldare l’acqua di ritorno dall’impianto di riscaldamento.

 Questo procedimento (ma non solo!) assicura una serie di vantaggi rispetto alle caldaie tradizionali, che osserveremo nel prossimo paragrafo.

Vantaggi e tipologie delle caldaie a condensazione

Scegliere la tecnologia a condensazione per il riscaldamento domestico rappresenta una decisione decisamente vantaggiosa, con diversi aspetti positivi sia per l’ambiente che per il cliente finale: 

  • Efficienza energetica fino al 98%, grazie al rendimento costante dell’apparecchio che evita sprechi e dispersioni di calore durante il processo di combustione. Inoltre, le caldaie a condensazione sono in grado di recuperare il calore latente dei fumi di combustione, che altrimenti andrebbe disperso nell’ambiente. Solitamente, le caldaie tradizionali hanno un rendimento del 70-80%, quindi si tratta di un incremento sostanziale.
  • Basse emissioni di sostanze inquinanti, perché grazie alla tecnologia a condensazione sarà possibile ottenere una significativa riduzione della produzione di fuliggine e particolato nel processo di combustione. Le caldaie a condensazione sono in grado di abbattere le emissioni di sostanze inquinanti come gli ossidi di azoto (Nox), il monossido di carbonio (CO) e le polveri sottili (PM) fino al 90%. Questo aspetto si traduce in un contributo significativo alla riduzione dell’inquinamento atmosferico ed al miglioramento della qualità dell’aria.
  • Riduzione dei consumi fino al 30% rispetto alle vecchie caldaie, grazie al rendimento ed alla capacità di recuperare il calore latente.
  • Risparmio in bolletta derivante dall’efficienza energetica ed i bassi consumi.
  •  Costi contenuti per l’investimento, garantiti dagli incentivi fiscali previsti dall’Agenzia delle Entrate, che permettono di recuperare fino al 65% dei costi di acquisto ed installazione.
  • Possibilità di ampliamento e customizzazione, viste le diverse opzioni per ingrandire e personalizzare l’impianto aggiungendo pannelli solari, pompa di calore, sistemi di accumulo e regolazione come i bollitori e le centraline climatiche.
  • Longevità e durabilità notevoli, visto che le caldaie a condensazione sono progettate per durare a lungo nel tempo, con una vita media di oltre 20 anni.
  • Facilità di manutenzione, aspetto che consente di intervenire facilmente sull’impianto.
  • Controllo remoto integrato, che permette di monitorare e gestire il sistema di riscaldamento a distanza.
  • Comfort abitativo migliorato, visto che le caldaie a condensazione sono in grado di fornire acqua calda sanitaria e riscaldamento in modo più uniforme e costante rispetto alle caldaie tradizionali.

Per quanto riguarda la tipologia tra cui scegliere, in termini di dimensione e marca, il panorama delle caldaie a condensazione è piuttosto ampio: sarà possibile scegliere caldaie murali (le più diffuse, hanno il miglior rapporto tra prezzo e prestazioni), a basamento (ideali per le abitazioni più ampie o in caso di grande richiesta d’acqua) e compatte (perfette per piccoli ambienti, data la grande versatilità).

Altri criteri nella scelta dell’impianto possono prevedere il tipo di combustibile (le caldaie a condensazione possono utilizzare diversi combustibili, tra cui gas naturale, gpl, biomassa e biogas) e la potenza (sono disponibili vari modelli con potenza diversa, da 20 a 300 kw).

Con le agevolazioni fiscali previste dalla Legge di Bilancio del 2019, estese anche al 2021 ed al 2022 tramite aggiustamenti della Legge di Bilancio 2021, e grazie anche al Decreto Rilancio (articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020), cambiare la propria caldaia à diventata un’operazione molto conveniente dal punto di vista economico.

Con il bonus caldaia è infatti possibile acquistare una nuova caldaia detraendo fiscalmente il 50% oppure il 65% dell’importo in 10 anni, a seconda dell’impianto che si andrà a scegliere. L’obiettivo delle agevolazioni fiscali è l’ottimizzazione energetica, per questo esiste una differenza che riguarda l’importo detraibile.

Vedremo ora in dettaglio in cosa consiste.

Il Bonus caldaia del 65%

L’ecobonus per il risparmio energetico prevede come detto una detrazione Irpef pari al 65% della spesa complessiva (a fronte di una spesa massima di 30 mila euro), ma per accedervi bisognerà installare non solo una caldaia a condensazione di classe A, ma anche dei sistemi di termoregolazioni evoluti, oppure delle valvole termostatiche.

L’obiettivo è infatti ottimizzare il risparmio energetico installando dei sistemi per la termoregolazione, in grado di abbattere gli sprechi legati al riscaldamento degli ambienti.

Questi sistemi servono per la gestione della temperatura e sono fondamentali per un uso corretto della caldaia e devono appartenere alla classe V (termostato che varia la temperatura dell’acqua in relazione a quella dell’ambiente), classe VI (centralina di termoregolazione e sensore ambientale che modifica la temperatura dell’acqua a seconda della temperatura esterna ed interna), o classe VIII (diversi sensori controllano la temperatura ambientale).

Le detrazioni fiscali non sono previste in caso di passaggio da impianto centralizzato ad autonomo o individuale. Per la parte delle detrazioni fiscali ti invitiamo a visitare la pagine incentivi fiscali con tutte le novità aggiornate in materia di detrazioni. 

Il Bonus caldaia 50%

Nel caso in cui non venga installato alcun sistema di termoregolazione, limitandosi quindi al solo impiego di una caldaia a condensazione di classe A, il bonus previsto non sarà più del 65% ma del 50%.

In assenza di un sistema di termoregolazione non ci sarà infatti risparmio energetico, ma si potrà comunque usufruire di una detrazione del 50% sulla spesa complessiva.

La detrazione al 50% rientra infatti nel cosiddetto bonus ristrutturazioni, spettante a chi effettua lavori di recupero del patrimonio edilizio e che per questo applica uno sconto sull’Irpef per le spese legate ad una nuova caldaia, considerata come parte integrante della manutenzione della casa. Con il bonus ristrutturazioni, il massimale di spesa è superiore, ed ammonta a 96 mila euro

A chi rivolgersi per la sostituzione delle caldaie

Per installare una nuova caldaia, bisognerà affidarsi a ditte serie e qualificate, come CASAMIA CALDAIE: facente parte del gruppo Casamia Srls con sede a Roma, azienda che nasce con l’obiettivo di offrire al cliente un servizio impeccabile per quanto riguarda la vendita, l’installazione, l’assistenza e la manutenzione di caldaie a gas, a condensazione, centrali termiche, scaldabagni, impianti di riscaldamento ed energie rinnovabili.

Casamia Caldaie si avvale di marchi come Ariston, Vaillant, Beretta, Ferroli, Riello, Immergas, Daikin e Junkers Bosch, è presente sul mercato da oltre 20 anni ed è leader nel Lazio per numero di installazioni ed interventi di assistenza. 

Novità importanti

La giornata del 7 dicembre ha visto concretizzarsi mesi di trattative tra Parlamento,  Consiglio e Commissione UE, con il risultato di un nuovo accordo riguardante le direttive del cosiddetto Case Green (Energy performance of buildings directive, conosciuto come Epbd), il quale dovrà essere definitivamente votato e ratificato il 23 gennaio 2024.

Il nuovo accordo sulla sostenibilità ambientale riferita agli immobili, che ricordiamo è provvisorio, riguarda anche le caldaie, punto che ci interessa particolarmente: alcune regole e scadenze vengono modificate, per cui leggete con attenzione.

Caldaie a gas: cosa succede?

Con il nuovo accordo, mirato alla riduzione delle emissioni inquinanti ed al contenimento del consumo energetico, ci sono due punti che interessano le caldaie a gas:

In sintesi, per le caldaie a gas, dal 1° gennaio 2024 scatterà l’ultimo anno utile per accedere alle agevolazioni fiscali in caso di sostituzione di impianti esistenti .

Si tratta, in sostanza, dell‘ultima occasione di poter usufruire dell’ecobonus del 65% e del bonus del 50%.

Gli obiettivi dell’accordo prevedono una graduale riduzione delle sostanze inquinante da parte degli immobili, e vuole per questo attuare una politica che porti a diminuire il consumo medio di energia in questi termini:

  •   Edifici residenziali più inquinanti devono ridurre del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
  •   Edifici non residenziali devono ridurre del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033.

 Inoltre, a partire dal 2030, gli edifici di nuova costruzione dovranno essere ad impatto zero, obbligo che per gli edifici pubblici partirà invece dal 2028.



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