L’efficienza della caldaia ha un impatto diretto su quella che è l’economia complessiva non solo dell’impianto ma anche dell’intero ambiente domestico.

Una caldaia performante può infatti garantire il corretto riscaldamento di tutte le zone che compongono l’abitazione, oltre a determinare un risparmio energetico superiore rispetto ad apparecchi con prestazioni meno elevate.

Il rendimento della caldaia rappresenta uno dei parametri più importanti da considerare, soprattutto nel caso in cui se ne voglia acquistare una nuova.

Ma cosa si intende con il termine “rendimento” riferito alla caldaia? In questo articolo osserveremo cosa significa e cosa rappresenta questo valore, spiegando come calcolarlo e perché una caldaia ad alto rendimento sia assolutamente preferibile ad una dal rendimento inferiore.

Rendimento della caldaia: cosa significa e come si calcola

Quando si parla di rendimento della caldaia bisogna operare una distinzione:

  • Rendimento di combustione – Misura la carburazione di un generatore di calore, e rappresenta un parametro fondamentale, visto che una buona carburazione è fondamentale per ottenere bassi consumi. Gli elementi da misurare sono 5: Tf (temperatura dei fumi), Ta (temperatura dell’aria comburente), O2 (ossigeno misurato), CO (monossido di carbonio) ed indice di fumosità.

La formula per calcolare il rendimento di combustione  è la seguente: Rendimento di combustione = 100 – (Tf – Ta) x A1/ (21 – O2) +B , dove A1 e B rappresentano le costanti dipendenti dal combustibile.

Nelle caldaie a condensazione bisognerà tener presente anche l’incremento di rendimento legato alla tecnologia a condensazione.

  • Rendimento termico – Altro non è che il rapporto tra la potenza termica utile e la potenza termica del focolare. In altri termini, il rendimento termico di una caldaia è determinato dal rapporto tra il calore che viene prodotto per generare la combustione ed il calore destinato al fluido termovettore. La restante parte di calore viene infine espulsa all’esterno mediante l’azione della caldaia, assumendo la forma di gas e fumi caldi.

La procedura per effettuare le prove di combustione e misurare il rendimento di impianti con potenza termica superiore a 4 kW è descritta dalla norma UNI 10389

Ovviamente, operare calcoli e formule in autonomia risulta complesso e poco pratico, e per avere un ‘idea del rendimento della propria caldaia bisognerà consultare il libretto delle istruzioni fornito dal produttore ed osservare l’etichetta con la classe energetica relativa all’impianto.

Una caldaia di classe A o superiore possiede un’efficienza elevata e può garantire alti standard qualitativi.

Revisione e manutenzione della caldaia

Per avere una caldaia sempre ai massimi livelli prestazionali, ed anche per garantire la sicurezza dell’impianto, sarà necessario effettuare dei controlli periodici.

La revisione della caldaia deve essere eseguita almeno una volta all’anno da un tecnico abilitato, il quale potrà poi rilasciare una dichiarazione di conformità dell’impianto, il cosiddetto bollino blu, in grado di accertarne la sicurezza ed il corretto funzionamento.

La verifica del rendimento di combustione andrà invece eseguito ogni due anni.

Per quanto riguarda la manutenzione, bisognerà affidarsi alle indicazioni presenti nel libretto di istruzioni. Le parti solitamente più soggette ad usura sono gli ugelli gas, i ventilatori, il vano di combustione, gli elettrodi, i pressostati e le guarnizioni.

La manutenzione della caldaia può essere svolta in autonomia, ma è preferibile affidarsi ad un tecnico anche in questo caso.

Grazie ad una manutenzione costante si potrà garantire lunga vita al proprio impianto, mantenendo prestazioni e consumi su buoni livelli.

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