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Caldaie a gas: stop alla vendita dal 2040

La direttiva europea per la riqualificazione energetica degli edifici ha proposto di eliminare i sussidi per l’installazione di caldaie a gas entro il 2027 e invita gli Stati a pianificare lo stop all’uso di combustibili fossili per il riscaldamento entro il 2040.

La direttiva per le caldaie a Gas

Il 15 dicembre 2021 la Commissione Europea ha presentato a Bruxelles le sue proposte legislative dedicate all’efficienza energetica nell’edilizia pubblica e privata. L’obiettivo è quindi quello di ridurre le emissioni nocive. Il pacchetto fa parte della politica ambientale “Fit for 55” che punta alla riduzione della CO2 del 55% rispetto al 1990 entro il 2030.

La direttiva è necessaria per aiutare gli Stati membri a raggiungere la quota di energie rinnovabili del 49% entro il 2030, quota stabilita nella direttiva sulle energie rinnovabili.

La proposta della Commissione, se adottata dagli Stati membri dell’UE e dal Parlamento europeo, richiederebbe ai nuovi edifici di eliminare le emissioni di carbonio a partire dal 2030, con una scadenza anticipata al 2027 per i nuovi edifici pubblici.

Questa proposta faciliterà la ristrutturazione di case, scuole, ospedali, uffici e altri edifici in tutta Europa per ridurre emissioni di gas serra e bollette energetiche, migliorando la qualità della vita di milioni di europei.

Il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans, ha dichiarato: 

“Incentivare la ristrutturazione di case e altri edifici sostiene la ripresa economica e crea nuove opportunità di lavoro. Inoltre, la ristrutturazione energetica porta a ridurre le bollette energetiche e alla fine gli investimenti si ripagano da soli. Fornendo sostegno finanziario per il necessario investimento iniziale, la proposta odierna sulla prestazione energetica degli edifici mira a incrementare il tasso di rinnovamento energetico in tutta l’UE. La sua attenzione agli edifici con le prestazioni peggiori dà la priorità alle ristrutturazioni più convenienti e aiuta a combattere la povertà energetica.”

Il commissario per l’Energia, Kadri Simson, ha dichiarato inoltre che gli edifici sono il più grande consumatore di energia in Europa, utilizzano il 40% della nostra energia e creano il 36% delle nostre emissioni di gas serra. 

Questo perché la maggior parte degli edifici non sono efficienti dal punto di vista energetico e sono ancora per lo più alimentati da combustibili fossili. 

Dobbiamo fare qualcosa con urgenza, poiché oltre l’85% degli edifici odierni sarà ancora in piedi nel 2050, quando l’Europa dovrà essere climaticamente neutra. 

Migliorare le nostre case è anche una risposta efficace ai prezzi elevati e sempre più in aumento dell’energia: gli edifici con le prestazioni peggiori nell’UE consumano molte volte più energia di quelli nuovi o adeguatamente ristrutturati. E spesso sono i più vulnerabili, le persone che hanno meno risorse quelle che vivono in case meno efficienti e quindi faticano a pagare i conti. 

La ristrutturazione riduce sia l’impronta energetica degli edifici che i costi energetici per le famiglie, stimolando anche l’attività economica e la creazione di posti di lavoro.

Nuovi standard minimi

Le nuove proposte introducono diversi standard minimi. L’obiettivo è quello di migliorare l’efficienza energetica degli edifici, e a questo proposito, la Commissione Europea, propone che il 15% del patrimonio edilizio pubblico di un paese con l’efficienza energetica più bassa (G) passi alla classe superiore (F) entro il 2027 per raggiungere la classe E entro il 2030. Per gli edifici residenziali le date slittano di 3 anni:

  • classe F entro il 2030;
  • classe E entro il 2033.

Questa attenzione iniziale sugli edifici con le prestazioni più basse soddisfa il duplice obiettivo di massimizzare il potenziale di decarbonizzazione e di alleviare la povertà energetica.

Cosa possiamo fare noi? 

L’Italia ha previsto tutta una serie di bonus che potrete utilizzare per aumentare l’efficientamento energetico della vostra abitazione. 

I bonus corrispondono ad alcune agevolazioni fiscali accessibili da parte di tutti quei cittadini che decidono di sostituire la vecchia caldaia con una più efficiente, e che garantisce un risparmio energetico. L’agevolazione viene applicata con diverse percentuali, in base alla tipologia di lavoro effettuato:

  1. Agevolazione al 50% delle spese: nel caso di installazione di una nuova caldaia (senza valvole) di classe A;
  2. Agevolazione al 65% delle spese: nel caso di installazione di una nuova caldaia di classe A o superiore, con l’applicazione di valvole per il controllo del riscaldamento;
  3. Agevolazione al 110% delle spese: nel caso in cui il lavoro di sostituzione della caldaia rientri in uno dei lavori previsti per il Super Bonus 110%.
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