Se avete appena acquistato una caldaia per un immobile di nuova costruzione, o se state pensando di sostituire il vostro vecchio modello con uno a condensazione di più recente fattura, dovete per forza conoscere l’importanza della conformità normativa e l’esecuzione corretta del lavoro: le caldaie devono essere a norma e serve una dichiarazione che ne attesti per l’appunto la conformità.

In questo contesto, è importante ricordare che, nel momento dell’installazione, il tecnico sarà legalmente tenuto a rilasciare la Dichiarazione di Conformità, la cosiddetta DiCo.

In questo articolo vi forniremo tutte le informazioni necessarie per evitare situazioni impreviste e garantire la conformità della vostra caldaia, anche in caso di smarrimento futuro, garantendo sempre la certezza del rispetto delle normative.

Dichiarazione di conformità della caldaia: di cosa si tratta?

La dichiarazione di conformità della caldaia (DiCo) è un documento obbligatorio per legge in grado di attestare sia la corretta installazione dell’impianto che la conformità dello stesso alle normative vigenti.

La norma di riferimento si trova nel Decreto Ministeriale n.37 del 2008, il quale si occupa della conformità di tutti gli impianti domestici comunemente presenti all’interno delle abitazioni, quali impianto idraulico, a gas, di riscaldamento e così via.

La DiCo deve essere redatta dall’installatore in triplice copia: una per il cliente, una per lo Sportello Unico per l’Edilizia del comune e una per il distributore di gas. Ricordate di esigerla sempre.

La DiCo è inoltre necessaria per attivare le utenze di luce e gas e per ottenere la certificazione energetica dell’immobile, e rappresenta un documento di fondamentale importanza per quanto riguarda la sicurezza degli abitanti dell’immobile, in quanto attesta che l’impianto è a norma e non rappresenta un pericolo.

Cosa fare se hai perso la dichiarazione di conformità?

In caso di smarrimento della DiCo, è possibile richiedere una nuova copia all’installatore che ha effettuato i lavori.

Se il tecnico non dovesse essere più reperibile, sarà necessario rivolgersi ad un altro tecnico abilitato che effettuerà una nuova verifica dell’impianto e rilascerà una nuova DiCo.

Chi controlla le dichiarazioni di conformità?

Il documento in questione rappresenta uno degli elementi oggetto di verifica da parte degli ispettori degli Organismi di Ispezione durante le ispezioni degli impianti di messa a terra, degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche e degli impianti elettrici nelle aree a rischio d’esplosione, conformemente a quanto stabilito dal Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n. 462.

Quanto costa la dichiarazione di conformità?

La procedura di ottenimento della dichiarazione di conformità per la caldaia è completamente gratuita, conformemente alle normative vigenti. È importante sottolineare che la richiesta di pagamento per questo documento è irregolare e potrebbe costituire un comportamento fraudolento. Invece la dichiarazione di rispondenza, spesso associata a impianti più datati e soggetta a una valutazione più dettagliata, potrebbe comportare un costo, che va concordato direttamente con il tecnico incaricato del controllo.

Qual è la differenza tra dichiarazione di conformità e certificazione della caldaia

È fondamentale distinguere tra la dichiarazione di conformità (DiCo) e la certificazione della caldaia (o pompa di calore). La Dichiarazione di Conformità attesta che l’installazione o la manutenzione dell’apparecchio è conforme alle normative vigenti. D’altra parte, la certificazione della caldaia conferma l’omologazione CE del prodotto specifico ed è essenziale per la sua introduzione sul mercato.

La Dichiarazione di Conformità non va confusa nemmeno con il rapporto scritto che i tecnici annotano sul libretto d’impianto durante l’esecuzione della manutenzione della caldaia. Ciascuno di questi documenti svolge un ruolo unico e cruciale nel garantire la sicurezza e l’aderenza agli standard normativi degli impianti termici.

Ecco alcuni consigli per evitare spiacevoli inconvenienti:

  •   Assicurati che l’installatore che hai scelto sia abilitato a rilasciare la DiCo.
  •   Richiedi sempre una copia della DiCo al termine dei lavori.
  •   Conserva la DiCo in un luogo sicuro.
  •   In caso di smarrimento della DiCo, contatta immediatamente l’installatore che ha effettuato i lavori.

Per integrare al meglio i consigli appena osservati, ecco alcune informazioni da tenere sempre a mente:

La Dichiarazione di Conformità è gratuita, tranne che per i modelli di caldaia precedenti al 2008. In tal caso, sarà necessario richiedere una Dichiarazione di Rispondenza, la cosiddetta DiRi, che ha un costo.

La DiCo deve essere redatta in conformità al modello standard previsto dal Decreto Ministeriale n.37 del 2008, e deve essere aggiornata in caso di modifiche all’impianto.

Da tenere bene a mente, che si tratta un documento importante, che garantisce la sicurezza e la conformità dell’impianto di riscaldamento.

Ricordate di richiedere sempre una copia della DiCo al termine dei lavori (è obbligatoria per legge) e conservatela in un luogo sicuro, come una cassaforte o un cassetto con chiave.



A volte può capitare che un dispositivo tecnologico non funzioni a causa un particolare all’apparenza insignificante, che viene trascurato e sottovalutato, ma che in realtà può determinare più di un problema.

Il caso in questione riguarda proprio una situazione simile, una piccola impostazione capace di impedire l’accensione della caldaia: stiamo parlando del famoso simbolo del sole che può apparire sul display del nostro impianto.

Se hai provato ad accendere la caldaia con scarsi risultati ed hai notato la presenza del simbolo del sole sul display, forse il problema è proprio quello: il simbolo del sole indica il settaggio dell’impianto sulla modalità estiva, pertanto si occuperà soltanto della produzione di acqua calda sanitaria ed il riscaldamento non funzionerà.

Cosa fare a riguardo?

Il rimedio è semplice: per avviare il riscaldamento dovrai togliere l’impostazione estiva e riportare la caldaia su quella invernale. In questo modo il simbolo del sole scomparirà, e la caldaia potrà lavorare a pieno regime e funzionare sia per produrre acqua calda sanitaria che per riscaldare i vari ambienti domestici.

Come impostare la caldaia in modalità invernale

Il sistema d’impostazione della modalità inverno varia a seconda del tipo di caldaia che hai:

  • Caldaie analogiche: se hai una caldaia analogica, senza display, devi ruotare la manopola e portarla sul simbolo della neve o del pupazzo di neve (a seconda del tipo di caldaia).
  • Caldaie digitali: se invece possiedi una caldaia digitale, con display, devi premere il tasto “sole/neve” fino a quando sul display non apparirà il simbolo della neve.

Cosa fare se il simbolo del sole non scompare?

Se dopo aver seguito le indicazioni sopra indicate il simbolo del sole non dovesse scomparire, allora potrebbe trattarsi di un problema della scheda tecnica della caldaia.

Pertanto, in casi del genere si consiglia di contattare l’assistenza e far intervenire un tecnico abilitato.

Altri motivi per cui i termosifoni non si riscaldano

Oltre al simbolo del sole, ci sono altri motivi per cui i termosifoni non si riscaldano. Ecco alcuni dei più comuni:

  • La caldaia è spenta o non funziona correttamente. In questo caso, verifica che la caldaia sia accesa e che funzioni correttamente. Se non sai come farlo, chiama il tecnico.
  • La caldaia non è impostata correttamente. Assicurati che la caldaia sia impostata sulla temperatura desiderata.
  • I termosifoni sono sporchi, oppure ostruiti. Pulisci i termosifoni con un aspiratore per rimuovere la cenere e i residui.
  • I termosifoni sono difettosi. Se i termosifoni sono molto vecchi o danneggiati, potrebbe essere necessario sostituirli.

Per prevenire i problemi con i termosifoni, è importante effettuare una manutenzione regolare.

Ecco alcuni consigli a riguardo:

  1. Fai la manutenzione annuale della caldaia. Il tecnico della caldaia controllerà la caldaia e le sue componenti per assicurarsi che funzionino correttamente.
  2. Pulisci i termosifoni almeno una volta l’anno. Questo processo aiuterà a rimuovere la cenere ed i residui che possono ostruire i termosifoni e ridurre la loro efficienza.
  3. Esegui una pulizia periodica dei filtri. I filtri otturati possono ridurre il flusso di acqua e aria nei termosifoni, impedendo loro di riscaldarsi correttamente.

In caso di problemi alla caldaia, si consiglia di contattare l’assistenza e ricevere i servizi di un tecnico certificato che possa riscontrare e risolvere il danno in modo corretto e sicuro.

Contatta Casamiacaldaie per ricevere informazioni e preventivi sui servizi di installazione e manutenzione della caldaia.

 

La perdita di pressione della caldaia è un problema comune che può verificarsi in qualsiasi periodo dell’anno, ma è più frequente durante la stagione invernale, quando l’impianto di riscaldamento è in funzione.

Se la caldaia perde pressione, è importante intervenire il prima possibile per evitare danni all’impianto.

La prima cosa da fare prevede il controllo della pressione dell’acqua nell’impianto: se la pressione è inferiore a 1 bar, è necessario ripristinarla e riportarla entro valori compresi tra 1 e 1,5 bar.

Per farlo sarà sufficiente aprire il rubinetto di carico che si trova sotto la caldaia: una volta ristabilita la giusta pressione, la caldaia dovrebbe riprendere a funzionare correttamente.

Se invece i problemi dovessero persistere, bisognerà effettuare una serie di controlli sull’impianto ed accertare la causa della perdita.

Vediamo le cause principali con i relativi rimedi.

Le cause principali della perdita di pressione della caldaia

I motivi in grado di provocare una perdita di pressione sono molteplici e possono dipendere da anomalie, danneggiamenti e malfunzionamenti di una o più componenti del sistema caldaia.

Ecco riportate le cause più comuni, con le relative soluzioni.

Vaso di espansione sgonfio o rovinato: il vaso di espansione è un componente importante dell’impianto di riscaldamento che serve a compensare l’aumento di volume dell’acqua dovuto al riscaldamento. Se il vaso è sgonfio o rovinato, non può svolgere correttamente la sua funzione e la pressione dell’impianto scende.

Rimedio: verificare la pressione del vaso di espansione con un manometro, svuotarlo e gonfiarlo per ristabilire la pressione iniziale. In caso di continui malfunzionamenti, è consigliabile sostituirlo.

Valvola di sicurezza guasta: la valvola di sicurezza è un dispositivo di sicurezza che interviene quando la pressione nell’impianto raggiunge livelli troppo elevati. Se la valvola è guasta, può causare perdite d’acqua senza che la caldaia si blocchi.

Rimedio: provare a sbloccarla per riportarla nella posizione originaria. Se il tentativo dovesse fallire e la perdita persistere, bisognerà sostituire la valvola con una nuova.

Perdita dei radiatori: i radiatori possono perdere acqua a causa di crepe o piccoli fori. Se la perdita è piccola, può essere difficile da individuare, ma può comunque essere sufficiente per provocare una perdita di pressione dell’impianto.

Rimedio: ispezionare i radiatori presenti all’interno dell’abitazione per individuare eventuali perdite d’acqua e provare a regolare le valvole. In caso di fallimento, sarà necessario riparare o sostituire i radiatori danneggiati o le valvole di sfiato.

Perdita nelle tubazioni dell’impianto di riscaldamento: anche le tubazioni dell’impianto di riscaldamento possono perdere acqua a causa di crepe o fori. In questo caso, la perdita è solitamente più evidente e può essere difficile da riparare senza l’intervento di un tecnico.

Rimedio: bisognerà verificare attentamente l’intero sistema per individuare eventuali perdite, per poi riparare o sostituire le tubazioni danneggiate. Sconsigliato qualsiasi intervento in autonomia, serve l’intervento di un tecnico.

Guasto della pompa di circolazione: la pompa di circolazione è un componente importante dell’impianto di riscaldamento che serve a far circolare l’acqua nell’impianto. Se la pompa è danneggiata, può perdere acqua e dar vita ad una perdita di pressione.

Rimedio: se la pompa di circolazione è danneggiata, è necessario sostituirla.

Problemi con i raccordi: i raccordi sono le parti che collegano i diversi componenti dell’impianto di riscaldamento. Se i raccordi sono danneggiati o mal installati, possono perdere acqua e indurre una perdita di pressione.

Rimedio: i raccordi possono essere riparati o sostituiti, anche in questo caso è fortemente consigliato l’intervento di un tecnico.

Guarnizioni rovinate: le guarnizioni sono le parti che sigillano le giunzioni tra i diversi componenti dell’impianto di riscaldamento. Se le guarnizioni sono danneggiate o usurate, possono perdere acqua ed originare una perdita di pressione.

Rimedio: le guarnizioni solitamente non si riparano, quindi se danneggiate andranno sostituite con delle nuove.

In caso di problemi alla caldaia, si consiglia di contattare l’assistenza e ricevere i servizi di un tecnico certificato che possa riscontrare e risolvere il danno in modo corretto e sicuro.

 

Il mancato caricamento dell’acqua da parte della caldaia a condensazione (qui un focus approfondito sui modelli di caldaie beretta) può rappresentare un problema molto fastidioso in ambito domestico, soprattutto quando si ha bisogno di acqua calda sanitaria per lavarsi o per lavare i piatti.

Le cause del problema possono essere diverse, con altrettante soluzioni possibili: in questo articolo vedremo le più comuni, osservando anche i metodi con i quali intervenire.

Pressione dell’acqua troppo bassa

Se la pressione dell’acqua è troppo bassa, la caldaia potrebbe non essere in grado di caricare il serbatoio. Per verificare la pressione dell’acqua, è possibile utilizzare un manometro (la pressione dell’acqua dovrebbe essere compresa tra 1 e 2 bar): se la pressione è inferiore a 1 bar, potrebbe esserci qualcosa che non va.

Come intervenire: per ovviare i problemi di pressione si potrebbe installare un booster (un dispositivo che aumenta la pressione dell’acqua), oppure sostituire le tubature, che se vecchie o corrose potrebbero ridurre la pressione.

Manometro rotto

Abbiamo visto che lo strumento preposto alla misura della pressione dell’acqua è appunto il manometro, che a sua volta potrebbe risultare non funzionante.

In questo caso, pur caricando correttamente acqua (aprendo il rubinetto di carica posto al di sotto della caldaia saremo in grado di sentire l’entrata dell’acqua nella caldaia, segnale di un corretto funzionamento) il livello della stessa riportato sul manometro non verrà segnalato.

Come intervenire: se la caldaia funziona ma il manometro non si muove basterà procedere con una sua sostituzione.

Valvola di sicurezza bloccata

La valvola di sicurezza è un dispositivo che impedisce al serbatoio della caldaia di traboccare in caso di aumento della pressione. Se è bloccata, l’acqua non può entrare nel serbatoio.

Come intervenire: per verificare l’eventuale blocco della valvola di sicurezza, è possibile provare ad aprirla manualmente. Se non si apre, sarà necessario sostituirla. 

Rubinetto di carico chiuso o danneggiato

Il rubinetto di carico è il rubinetto che collega la caldaia all’impianto idraulico. Se è chiuso o danneggiato, l’acqua non può entrare nel serbatoio.

Come intervenire: verifica lo stato di conservazione del rubinetto di carico, se chiuso dovrai aprirlo, mentre se azionandolo non dovesse produrre nessun rumore, probabilmente sarà rotto e dovrà essere sostituito.

Filtro del rubinetto di carico intasato

Il filtro del rubinetto di carico è un dispositivo che impedisce alle impurità di entrare nel serbatoio. I filtri possono accumulare sedimenti e detriti che ostacolano il flusso dell’acqua, quindi, se è intasato, l’acqua non può fluire liberamente.

Come intervenire: controlla la condizione del filtro, e se intasato prova a smontarlo e pulirlo.

Resistenza rotta

La resistenza è un elemento preposto al riscaldamento dell’acqua all’interno del serbatoio, ma è anche responsabile dell’avvio del processo di caricamento dell’acqua. Quando si accende la caldaia, la resistenza si riscalda ed inizia a far bollire l’acqua. Questo aumento di pressione fa sì che la valvola di sicurezza si apra e l’acqua inizi a fluire nel serbatoio, ma se la resistenza è rotta, non può riscaldare l’acqua e la valvola di sicurezza non si aprirà. Di conseguenza, l’acqua non potrà entrare nel serbatoio.

Come intervenire: per accertarsi di un eventuale malfunzionamento, prova a misurare la sua resistenza elettrica. Se il risultato è zero, allora la resistenza è rotta e dovrà essere cambiata.

Se non riesci a risolvere il problema da solo o non ti senti a tuo agio nel farlo, è consigliabile chiamare un tecnico specializzato in caldaie, anche perché lavorare su una caldaia senza le competenze necessarie può essere pericoloso.

Ricorda sempre di spegnere la caldaia prima di effettuare qualsiasi intervento e di seguire le istruzioni del produttore per garantire una buona manutenzione ed una riparazione sicura.

 

Hai provato ad avviare la caldaia e dopo diversi tentativi falliti è andata in blocco: si tratta di una situazione molto comune, spesso risolvibile attraverso alcuni accorgimenti e senza che sia necessario l’intervento di un tecnico abilitato. Vediamo come agire in caso di blocco.

Azioni preliminari per ripristinare la caldaia in blocco

Se la caldaia è in blocco e non funziona, esistono alcune azioni che si possono mettere in atto per accertare il problema e provare ad intervenire per risolverlo. Innanzitutto, parti con il riavvio della caldaia. In alcuni casi, è sufficiente spegnere e riaccendere la caldaia per ripristinare il suo normale funzionamento.

Assicurati di seguire pedissequamente le istruzioni riportate sul manuale per un’accensione ed uno spegnimento completamente sicuri. In secondo luogo, effettua un controllo del display. La caldaia potrebbe visualizzare un codice di errore o un messaggio che indica la causa del blocco.

Consulta pertanto il manuale del produttore per identificare il significato del messaggio e seguire le istruzioni fornite per risolvere il problema.

Solitamente, visto che si tratta di errori generici, basta premere il tasto reset della caldaia ed aspettare che riparta. Se ciò non dovesse verificarsi, bisognerà quasi sicuramente staccare l’alimentazione elettrica (per un reset completo), attendere e riattaccare la corrente. Leggi anche un guida che abbiamo scritto sui segnali per riconoscere il guasto di una caldaia.

Quali problemi causano il blocco della caldaia?

Se i metodi precedenti non dovessero portare alcun risultato, probabilmente ci troveremmo di fronte ad un vero e proprio problema tecnico, sul quale dovremo intervenire. Come detto in precedenza, le cause del blocco possono essere molteplici e dipendere da diversi fattori.

Il problema potrebbe dipendere dall’acqua. Controlla la pressione dell’acqua riportata sul manometro (cerca sul manuale i riferimenti) ed accertati che non sia mai inferiore ad 1 bar (anche se i valori ideali per la pressione sono compresi tra 1 e 2 bar).

Se la pressione dell’acqua è troppo bassa, la caldaia non riesce ad avviarsi ed a funzionare correttamente. In questo caso, dovrai aumentare la pressione e regolare il rubinetto di carica: aprilo (controlla il manuale per non commettere errori), osserva la lancetta del manometro ed attendi che abbia raggiunto il valore di 1,5 bar. Dopodichè potrai chiudere il rubinetto di carica e provare ad avviare la caldaia.

In caso di pressione troppo alta, dovrai effettuare il processo inverso ed utilizzare il rubinetto di carica per ridurre la pressione e riportarla ai valori osservati.

Il problema potrebbe anche dipendere dal gas

Se la pressione del gas è troppo bassa, il quantitativo erogato sarà esiguo, non raggiungendo i livelli adeguati, aumentando anche la probabilità che la caldaia vada in blocco.

In questo caso, bisogna controllare che l’approvvigionamento del gas sia aperto e che non ci siano interruzioni nell’alimentazione. Prova ad accendere i fornelli e vedere la potenza delle fiammelle, se troppo bassa potresti essere di fronte ad  un problema di erogazione.

In questo caso, contatta l’azienda fornitrice del gas e spiega loro il problema.

Quando si ha a che fare con il gas e con eventuali problemi ad esso correlati, bisogna sempre verificare l’assenza di fughe di gas: oltre che minare il funzionamento della caldaia, possono rivelarsi molto pericolose per l’incolumità delle persone.

Se individui una fuga di gas non dovrai mai provare a ripararla, ma invece agire  in questo modo:

  • Chiudi il contatore o il rubinetto del gas
  • Apri porte e finestre per aerare i locali
  • Non accendere luci, fiamme libere, campanelli, interruttori e dispositivi elettrici
  • Avvisa conviventi e condomini
  • Abbandona l’edificio e contatta l’azienda fornitrice del gas o l’assistenza tecnica per la caldaia.

Nel caso in cui il blocco dovesse perdurare, consigliamo di contattare un tecnico specializzato per un intervento di riparazione professionale.

 

In un impianto di riscaldamento, la temperatura dell’acqua rappresenta forse l’elemento di maggiore importanza, perché in grado di assicurare comfort e benessere in casa, controllare i consumi, diminuire l’inquinamento e contenere i costi.

Per i motivi appena osservati, non bisognerà sbagliare la scelta della temperatura dell’acqua: dovrà essere adeguata al proprio impianto ed alle proprie necessità, mantenendo sempre un certo equilibrio.

In questo articolo vedremo alcune linee guida generali che potranno aiutare gli utenti a determinare la temperatura dell’acqua più adatta al proprio sistema di riscaldamento.

  • Caldaie a condensazione: funzionano in modo più efficiente quando l’acqua di ritorno (che torna alla caldaia dopo aver ceduto calore agli impianti) è ad una temperatura più bassa, tipicamente intorno ai 55-60 gradi. Questo consente alla caldaia di sfruttare al massimo il recupero di calore dai gas di scarico. Tuttavia, l’acqua di mandata (che va agli impianti di riscaldamento) può essere leggermente più calda, a circa 70 gradi , per garantire una temperatura piu confortevole negli ambienti.
  • Caldaie tradizionali: se il sistema di riscaldamento utilizza radiatori tradizionali, la temperatura dell’acqua di mandata può essere leggermente più elevata, spesso intorno ai 60 gradi. Questo perché i radiatori richiedono una temperatura più alta per trasferire efficacemente il calore agli ambienti.
  • Pavimento radiante: in presenza  di un sistema di riscaldamento a pavimento radiante, la temperatura dell’acqua di mandata sarà generalmente più bassa, di solito intorno ai 40-50 gradi. Il pavimento radiante è molto efficiente a temperature più basse ed offre un comfort piuttosto uniforme nei vari ambienti.

Alcuni consigli di carattere generico:

Per massimizzare la resa dell’impianto e generare benefici, ecco alcuni utili suggerimenti.

Partiamo dal risparmio energetico. Per centrare questo obiettivo, ridurre la temperatura dell’acqua quando non si ha necessità di calore intenso tornerà sicuramente utile. Ad esempio, di notte o quando non sono presenti altre persone in casa.

In secondo luogo, il bilanciamento del sistema, fondamentale per garantire un afflusso uniforme dell’acqua verso radiatori e/o circuiti.

Per questo, ricordate di regolare le valvole e le pompe per ottenere una distrubuzione uniforme del calore.

Infine, prendete in considerazione la cosiddetta regolazione personalizzata della temperatura dell’acqua, da stabilire in base ad orari e preferenze dell’utente.

In questo senso, si consiglia l’installazione dei termostati smart: sono dei dispositivi  avanzati che consentono di controllare e regolare il sistema di riscaldamento in modo intelligente e conveniente.

Le principali caratteristiche prevedono il controllo remoto (la possibilità di controllare il sistema di riscaldamento quando non ci si trova fisicamente in casa tramite un’applicazione da scaricare nel proprio smartphone), la programmazione flessibile (consentono la creazione di programmi personalizzati per il riscaldamento, che possono prevedere l’accensione e lo spegnimento dell’impianto ad orari specifici), l’adattamento intelligente (funzioni di apprendimento automatico che si adattano alle proprie preferenze nel tempo: se l’utente preferisce una temperatura notturna più bassa, il termostato imparera questa preferenza e regolerà la temperatura di conseguenza) e la presenza di sensori (sia di temperatura che di rilevamento della presenza umana, aiutano il termostato nella regolazione della temperatura in base alle condizioni ambientali ed all’occupazione umana della stanza).

Tra le altre, i termostati smart prevedono una serie di funzioni extra, come il monitoraggio dei consumi, la compatibilità con assistenti vocali come Alexa o Google Assistant e l’integrazione con altri dispositivi smart presenti all’interno dell’abitazione.



Le caldaie a condensazione rappresentano il presente ed il futuro del riscaldamento domestico, in quanto impianti capaci di aumentare l’efficienza energetica (diminuendo gli sprechi), di abbassare le emissioni inquinanti e che permettono un grande risparmio economico in bolletta (a meno consumi corrispondono meno costi), e pian piano stanno sostituendo le tradizionali caldaie a camera aperta ed a camera stagna.

Per via di una diversa natura strutturale, la quale permette la realizzazione dei benefici visti in precedenza, le caldaie a condensazione hanno bisogno di una canna fumaria e di un sistema di scarico dei fumi differenti rispetti agli impianti classici: infatti, la tecnologia a condensazione permette il recupero di buona parte dell’energia termica prodotta dai fumi di combustione dello scambiatore primario e dall’acqua calda sanitaria prodotta dall’impianto, trasformando il tutto in vapore acqueo capace di generare ulteriore energia.

Proprio il recupero dell’energia termica costituisce la differenza più rilevante con gli altri sistemi, al punto che una canna fumaria diversa serve appunto per questo motivo: i fumi generati dalla tecnologia a condensazione danno vita ad una condensa acida che bagna le pareti interne della canna fumaria, la quale dovrà essere adeguatamente attrezzata.

La normativa di riferimento

A tal proposito, esiste una normativa a riguardo, la UNI 7129/2015, che regolamenta l’installazione di una canna fumaria per caldaie a condensazione.

Vediamo il primo requisito necessario: il materiale di costruzione.

Una canna fumaria per caldaia a condensazione deve essere realizzata con materiali resistenti alla corrosione, come l’acciaio inox o l’acciaio inossidabile duplex: in questo modo, sara possibile prevenire i danni causati dallo scarico degli acidi prodotti dalla condensazione (Infiltrazioni e macchie sui muri e le pareti).

La canna fumaria dovrà poi possedere un adeguato isolamento termico: un alto livello di impermeabilizzazione consente di evitare la dispersione del calore e promuove un miglior rendimento energetico della caldaia.

Diametro e altezza

Altri elementi di primaria importanza riguardano diametro ed altezza

Entrambi dipenderanno dalla potenza nominale della caldaia e dalle normative vigenti, anche se generalmente le caldaie a condensazione richiedono una canna fumaria di diametro maggiore rispetto alle caldaie tradizionali, per garantire una corretta evacuazione dei gas di scarico.

Nel caso in cui si acquisti una caldaia a condensazione in sostituzione di una a camera aperta o a camera stagna, sarà necessario effettuare un controllo per determinare la situazione e stabilire se la canna fumaria e lo scarico abbiano i requisiti necessari per la tecnologia a condensazione.

Per quanto riguarda la direzione dello sfiato della caldaia, questo può essere sia orizzontale che verticale (dipenderà dalle circostanze e dalle normative vigenti) anche se quest’ultimo è spesso preferibile, poiché migliora la tiratura e limita i problemi di condensa nei tratti orizzontali.

Il sistema di scarico dei condotti

Il sistema di scarico dei condotti di una caldaia a condensazione, al pari della canna fumaria, richiede dei particolari accorgimenti, visto che deve raccogliere la condensa prodotta e dirigerla in modo sicuro verso il sistema di drenaggio.

Questo passaggio è molto importante, in quanto se ben eseguito evita la formazione di danni alla canna fumaria stessa ed impedisce che la condensa entri in contatto con materiali non compatibili.

Un corretto funzionamento dell’impianto dovrebbe sempre prevedere una buona ventilazione, che possa garantire un flusso d’aria sufficiente per la combustione e l’evacuazione dei gas di scarico, ed una regolare manutenzione, in grado di garantire l’efficienza generale del sistema nel corso del tempo.

 

Tutti noi abbiamo sperimentato inconvenienti con la nostra caldaia, ed è un vero dramma trovarsi senza calore o acqua calda per fare la doccia, soprattutto durante i mesi invernali o quando abbiamo dei bambini in casa. Anche le caldaie più moderne, come le caldaie a condensazione, possono incappare in blocchi, funzionare in modo irregolare o causare perdite d’acqua.

Il funzionamento delle caldaie è piuttosto complesso e spesso richiede l’intervento di un professionista specializzato. Tuttavia, è sempre una buona idea conoscere i malfunzionamenti più comuni e provare a risolverli da soli prima di chiamare un tecnico esperto, ricordandoci sempre che per avere una caldaia sempre funzionante è importante eseguire una manutenzione periodica.

Andiamo quindi a esaminare le cause dei problemi più frequenti che possono verificarsi con le caldaie a gas e come affrontarli prima di richiedere l’aiuto di un professionista competente.

Cosa fare se la caldaia si surriscalda

Un segnale di guasto comune è il surriscaldamento della caldaia. Potresti notare che la temperatura dell’acqua raggiunge livelli molto elevati o che il dispositivo si spegne improvvisamente. Se avverti un odore di bruciato intenso proveniente dalla caldaia o noti la presenza di fumo, è probabile che ci sia un problema di surriscaldamento. In tal caso, è importante agire prontamente.

  • Spegni immediatamente la caldaia e interrompi l’approvvigionamento di gas o energia elettrica ad essa.
  • Contatta un tecnico specializzato in riparazioni di caldaie per una valutazione e una riparazione professionale.
  • Evita di tentare di risolvere il problema da solo, in quanto potrebbe essere pericoloso e potrebbe causare ulteriori danni.

Cosa fare se la caldaia perde acqua

Le perdite d’acqua intorno alla caldaia sono un segnale di guasto da non sottovalutare. Potresti notare gocce d’acqua provenienti dalla caldaia o la formazione di macchie umide sul pavimento. Le perdite d’acqua possono essere causate da guarnizioni difettose, valvole rotte o da un problema più grave all’interno del sistema. Ecco come agire.

  • Chiudi immediatamente l’approvvigionamento di gas o energia elettrica alla caldaia.
  • Contatta un tecnico specializzato per ispezionare e riparare la caldaia.
  • Nel frattempo, puoi posizionare un secchio o un asciugamano sotto la perdita per raccogliere l’acqua e prevenire danni ulteriori.

Cosa fare se la caldaia emette rumori insoliti

Se la tua caldaia emette rumori insoliti come fischi, rumori di gorgoglio o colpi, potrebbe indicare un problema interno. Questi suoni possono essere causati da depositi di calcare, aria intrappolata o componenti danneggiati. 

  • Contatta un tecnico specializzato per esaminare la caldaia e determinare la causa dei rumori.
  • Non tentare di aprire o riparare la caldaia da solo, poiché potrebbe essere pericoloso e invalidare la garanzia del produttore.
  • Segui le istruzioni del tecnico per la manutenzione o la riparazione necessaria.

Se il termostato non funziona

Se la temperatura casalinga non si mantiene costante nonostante le impostazioni del termostato, potrebbe esserci un guasto al termostato o ai sensori di temperatura della caldaia.

Sarà quindi necessario verificare che il termostato sia impostato correttamente e che le batterie siano cariche, e se il problema persiste, contatta un tecnico specializzato per una diagnosi e una riparazione del termostato o dei sensori di temperatura.

Riconoscere i segnali di guasto della caldaia è cruciale per garantire un funzionamento sicuro ed efficiente del sistema di riscaldamento. In caso di surriscaldamento, perdite d’acqua, rumori anomali o malfunzionamenti del termostato, è fondamentale agire prontamente e contattare un tecnico specializzato per una corretta valutazione e riparazione. Ricorda sempre di prioritizzare la tua sicurezza e di evitare di tentare riparazioni fai-da-te che potrebbero causare danni maggiori o lesioni.

 

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